Collezionare orologi da tasca: V° prezzi e valori

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Written on 14:48 by Maw Agency

Tutti sappiamo che, di regola, una collezione completa vale parecchio di più della somma dei valori dei singoli pezzi: questa regola vale anche per gli orologi da tasca ? La risposta è negativa, e per una ragione semplicissima: non esistono collezioni di orologi da tasca "standard", ossia delle quali sia automaticamente possibile definire la completezza. Consideriamo delle collezioni che, di primo acchito, sembrerebbero simili. La più vicina è quelle delle monete, tanto è vero che molti negozi di numismatica vendono anche orologi da tasca antichi o vintage. Ora una collezione delle monete del periodo X della nazione Y è descritta su tutti i testi di numismatica: si tratta quindi di verificare se i pezzi ci sono tutti e la conservazione della singola moneta. Per i francobolli vale la stessa regola, e anche per la figurine, o gli albi di fumetti e così via. Ma per gli orologi ? Per gli orologi la collezione è quelle che è, tanto completa quanto è la definizione che ne dà il collezionista stesso, ma non è una definizione in qualche modo "riconosciuta". Nelle collezioni di orologi da tasca, salvo casi particolarissimi che comprendono pezzi ben al di sopra delle nostre chiacchiere, è proprio vero che "la bellezza è nell' occhio di chi guarda".

La regola della collezione dei tasca

Da questa constatazione deriva immediatamente un fatto: non aspettiamoci che la completezza della collezione ne moltiplichi o aumenti il valore, quindi i pezzi si comparno uno ad uno e, anche se si vendono in blocco, si vendono ad uno ad uno, o meglio, nella vendita si valutano ad uno ad uno. Probabilmente, anzi, in una vendita in blocco il venditore dovrà praticare uno sconto, non indifferente, rispetto alla vendita pezzo a pezzo.

Le conseguenze sui prezzi di acquisto ed il valore effettivo

In una collezione "standard" come quelle citate prima, il collezionista è perfettamente legittimato a "fare follie" per QUEL pezzo che gli manca: per quanto caro lo possa pagare, il valore aggiunto alla collezione compensa bene la spesa. Nella collezione degli orologi da tasca una follia è una follia, punto e basta. Certo possiamo pagare un pezzo molto caro per il desiderio di possederlo, perchè ci piace, perchè ha un significato speciale per noi, ma non "nascondiamoci" dietro la scusa che "completa la collezione". Piuttosto stiamo attenti al fatto che l' originalità è una faccenda complessa, e quindi prestiamo parecchia attenzione a quel che compriamo. Infatti un orologio da collezione è al suo valore reale quando è completamente originale. Se una o più parti sono "accettabili" ma non originali, il valore intrinseco non cambia poi di molto, ma il valore collezionistico si. Posso citare due casi personali, l' uno opposto all' altro, che forse faranno comprendere meglio la questione. Tempo addietro ho acquistato un bell' Elgin, movimento di alta classe, RRG con una cassa perfettamente in ordine. Convinto di avere fatto (il prezzo era giusto un filino basso rispetto al dovuto) un eccellente acquisto, ho chiesto il parere ad altri soci NAWCC, ottenendo grandi lodi (l' ambiente è improntato alla più grande cortesia reciproca) per la bella scelta, ma tutti terminavano dicendo che, certo, se il quadrante fosse stato quello giusto l' orologio avrebbe avuto un altro valore. Ho, naturalmente domandato quale fosse il quadrante giusto: sono stato inondato istantaneamente da disegni di fabbrica e documentazione di vendita con un bel quadrante Montgomery in due variazioni: su quel movimento andavano QUEI quadranti e non altri per avere un RRG. Invece che un buon acquisto avevo pagato caro (ma non troppo) un bell' orologio. Viceversa: un Hamilton 992B versione militare con quadrante sostanzialmente simile al quadrante ferroviario canadese pagato come si deve pagare un 992B RRG che vale parecchio di più, dato che si tratta di un orologio militare costruito appositamente per le Forze Armate Canadesi, ma non parte del Lend and Lease, e quindi tornato dopo la guerra all' Esercito Americano, piuttosto pregiato.

Fare "gli affari" ...

Non sta certo a me dare suggerimenti, ma un poco di buon senso l'ho (forse) e parecchia esperienza me la sono (costosamente) fatta. La regola per fare acquisti vantaggiosi è saperne di più del venditore, sembra chiaro. Del resto la regola per prendere grandi mazzate (tuttosommato meritate) è credere di saperne di più del venditore. Molto spesso si trova una situazione paradossale : un venditore con centinaia (migliaia negli USA) di feedbacks che dichiara di non sapere un accidenti di orologi, che fa di mestiere il robivecchi, che vende le cose che trova nei cassetti dei defunti, così, alla buona: non può fare altrimenti perchè, porello, non ne capisce nulla. E condisce le sue asserzioni o con foto professionali, belle da farmi scoppiare di invidia, o con un paio di francobolli sfocati. Comprare da questo tizio sembra il bengodi. Sembra : di regola il tizio è tutto fuorchè sprovveduto, e con la sua asta a priori si mette nella condizione di avere ragione, e conosce alla frazione di cent, centesimo di dollaro, il valore del suo oggetto. Se si hanno delle competenze questi grossi venditori sono una fonte perfetta, hanno sempre tutto quello che uno cerca, ma bisogna SAPERE esattamente cosa si compra. In caso contrario la bastonata è non probabile, è certa. Un altro modo sicuro per prendere abbagli colossali sono le aste dove si dichiara "raro" un oggetto che il venditore dice di non conoscere (o veramente non conosce), dove non si mostra il movimento, dove "manca la chiavetta per provare l' orologio" e così via. Una delle cose più divertenti è il caso in cui il venditore dichiara di non saperne nulla, ma "il suo orologiaio" asserisce che il pezzo vale una fortuna, ovviamente senza sprecare una parola a dire perchè vale una fortuna, o, in veste più professionale, che c'è una perizia che dichiara il prezzo, sempre fantasmagorico, ma la perizia non è mai visibile.

Gratta e ...?

Intendiamoci, non è che siano tutte trappole o "fregature" : mentre scrivo questo "pastone" sto curando un pezzo ghiotto, un movimento Longines fine 1800 venduto in Canada come private label, e in asta sotto il nome della private label, quindi veramente a poco. Il venditore non ha realmente visto che si trattava di un gran bel movimento pregiato. Il problema sarà, alla fine, quanta altra gente con un gusto per Longines, come il sottoscritto, l' hanno notato, e quindi quale sarà la "zuffa" finale. Una volta ogni tanto un bel pezzo passa poco notato, e si può avere un bel prezzo, ma non è un Gratta e Vinci, è il risultato di un po' di lavoro e di un pizzico di fortuna, certamente, ma anche della competenza specifica SU QUEL PEZZO. L' aspetto consolatorio della cosa è che, ampliando le proprie conoscenze si amplia nello stesso modo la possibilità di trovare bei pezzi, e quindi di "aiutare la sorte".

Una regola da non dimenticare MAI

Comunque sia, in qualsiasi modo uno decida di partecipare ad una asta c'è, a mio parere, una regola ferrea : FISSARE UN PREZZO MASSIMO, e lasciare senza rimpianti quando le offerte superano questo valore.Naturalmente questo significa avere una stima del valore, e quindi si torna sempre allo stesso punto, vale a dire essere nelle condizioni di fare una stima, e quindi sapere di cosa si tratta. In fondo c'è una base logica a questa regola: gli oggetti che collezioniamo sono prodotti industriali, ossia prodotti in una certa quantità. Se ne perdiamo uno oggi, è certo che domani ne comparirà un altro. Nel frattempo, magari, avremo appreso nuove conoscenze, e quindi avremo maggiore coscienza del limite da fissare. Senza questo limite, e questo automatismo, andiamo nel gioco d' azzardo.

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