LA DIDATTICA DEL LATINO

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Written on 14:49 by Maw Agency

Qualunque discorso sulla didattica del latino, cioè sulle modalità e le tecniche per l'insegnamento/apprendimento della lingua latina, non può prescindere da un'attenta considerazione circa le finalità di tale insegnamento, le caratteristiche dell'utenza, le aspettative dei discenti e il concreto contesto culturale nel quale si inserisce. Un conto è, ad esempio, insegnare il latino a chi intende impararlo per hobby, senza dover rendere conto ad alcuno del profitto conseguito, altro è insegnarlo a specialisti in ambito universitario, altro ancora è insegnarlo come una delle materie scolastiche previste in alcuni tipi di scuola per l'adolescenza e in quest'ultimo caso l'insegnamento del latino ha come fine una formazione di base che consente la socializzazione del giovane, cioè il suo inserimento in una determinata cultura. La didattica di una materia, e quindi anche quella del latino, è sempre legata allo statuto della materia stessa, cioè alle valenze educative che le vengono attribuite, dalle quali discendono gli obiettivi da raggiungere; le valenze educative e gli obiettivi cambiano nei vari contesti storico-culturale, per cui non è possibile parlare di una didattica del latino in assoluto, ma soltanto in rapporto a una determinta epoca e una determinata cultura. Infine, contenuti e metodi sono in funzione di alcune variabili, quali i tempi a disposizione e l'età degli allievi. ma al di là di tutto questo la metodologia più praticata attualmente in Italia è quella "grammaticale": prevede, in sostanza, che l'insegnante proponga gradualmente il sistema formalizzato (declinazioni, verbi, regole sintattiche) sulla scorta di un "modello grammaticale" di riferimento e che quindi, non appena gli alunni dispongono di una strumentazione sufficiente, affianchi allo studio grammaticale la lettura di testi opportunamente scelti, in modo da passare il più presto possibile dalla lingua formalizzata ai concreti usi linguistici. Le verifiche prevedono prove differenziate per lo scritto (versione dal latino) e per l'orale. Alla tradizionale interrogazione basata sull'enunciazione di regole e sulla traduzione di frasi per accertare la capacità di applicare le regole, si sono affiancati i test che consentono di verificare il raggiungimento di singoli obiettivi. Inoltre, che per consolidare gli apprendimenti sia necessario fare esercizi applicativi è scontato; meno scontato è chiedersi quali esercizi siano utili! Nella didattica tradizionale, quando si parla di esercizi, ci si riferisce quasi esclusivamente a frasi e versioni dal latino e in latino contenenti le regole che sono state oggetto della lezione. Le classiche frasette sono utili come esercizi finalizzati alla memorizzazione di forme e costrutti e come esercizi per la corretta applicazione delle regole studiate; mentre per quanto riguarda la versione, essa andrebbe posta fra gli esercizi soltanto in una fase abbastanza avanzata dello studio e dovrebbe sempre essere accompagnata da un questionario che da un lato guidi alla comprensione ed alla traduzione, e dall'altro costringa a verificare l'avvenuta comprensione del messaggio. Il concetto di esercizio dovrebbe essere ampliato e dovrebbe comprendere anche tutta una serie di operazioni fatte dall'alunno per mettere in ordine le nozioni morfosintattiche che incontra in momenti diversi del percorso didattico. Gli strumenti utili potrebbero essere una serie di "schedari" cartacei o su appositi file, da tenere costantemente aggiornati.
SCHEDARIO DEI CASI: Ogni studente predispone una scheda intestata a ciascun caso (nulla vieta che schede di grandi dimensioni vengano anche esposte nell'aula) e, a mano a mano che incontra nuove funzioni, le aggiunge a un esempio significativo.
ARCHIVIO SINTATTICO: Si prevede che ogni studente predisponga delle tabelle vuote relative alle tre gandi divisioni delle preposizioni subordinate in base alla loro funzione e struttura sintattica. Naturalmente, anche in questo caso, nulla vieta che venga compilato, su carta o su file, anche un archivio di classe al quale tutti possono attingere. Ogni volta che si incontra una proposizione subordinata nuova, l'alunno è invitato ad annotarla nella relativa scheda, in modo da creare un organico "casellario" sintattico.
Obiettivo di questo lavoro è la costruzione di una sintassi personalizzata, seguendo passo passo il percorso di approfondimento; il suo scopo non è solo quello di "mettere in ordine" le nozioni studiate, ma anche quello di permettere agli studenti una continua e costante verifica del percorso compiuto e di atture frequenti "ripassi regressivi".
Per arrivare ad un dominio almeno accettabile della lingua latina sono necessari tempi lunghi; non è sufficiente "avere capito", ma è indispensabile avere memorizzato e assimilato. Non basta memorizzare alcune formule di largo impiego, ma è necessario uno studio rigoroso del sistema fatto in termini descrittivi e contrastivi senza fretta e senza preoccupazioni utilitaristiche.
Lo studio della lingua latina, in altri termini, fa parte di quelle materie che formano l'uomo partendo da lontano e senz'altro il latino non è per tutti, nel senso che per essere appreso e apprezzato esige reale interesse per il mondo antico, per la letteratura, per la linguistica; esige rispetto e fiducia per una formazione "umanistica" che si propone di conoscere il passato per meglio comprendere il presente, richiede fiducia nella forza di una cultura che può apparire staccata dal presente, ma che permette invece di recuperarne le radici.
Mary B.



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