Stati d’animo

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Written on 10:20 by Anonimo

In questi termini, lo stato d’animo altro non è che il risultato delle nostre esperienze, dei nostri riferimenti e delle nostre credenze su noi stessi e sugli altri in un dato istante. E’ come se nello stesso momento, nel nostro jukebox mentale, suonassero decine di canzoni insieme, un mix di tanti fattori che possiamo imparare a controllare in maniera facile e veloce. Le canzoni più forti e influenti sono le nostre rappresentazioni interne, il nostro dialogo interiore e la nostra fisiologia, cioè il modo in cui gestiamo i movimenti e gli atteggiamenti corporei. A sua volta lo stato d’animo ha una fortissima influenza su quali decisioni prendiamo, o scegliamo di non prendere, e di conseguenza sul modo in cui ci comportiamo, in ogni attimo della nostra vita.

In che modo tutto questo è utile ai fini di un esito positivo delle nostre strategie di seduzione? E’ presto detto: quando una persona ci interessa, e di conseguenza vogliamo attrarla, dobbiamo convincerla che noi siamo proprio la persona più giusta per lei, facendo così modificare l’atteggiamento ed il comportamento che ha nei nostri confronti. E per farlo basta appunto andare ad agire sul suo stato d’animo e sui fattori che lo influenzano.

Riconsideriamo il concetto di rappresentazioni interne: non sono altro che i nostri pensieri, il modo in cui all’interno della nostra mente ci raffiguriamo il mondo. Nella nostra immaginazione infatti ognuno di noi riproduce ricordi, emozioni ed idee per dar loro senso e riviverle. Alcuni vedono immagini fisse, luminose, colorate e nitide come se fossero un quadro situato a poca distanza dai loro occhi. Altri se le raffigurano come in un film, dunque visualizzano una sequenza di immagini in movimento, più sfumate e sfocate.

Ma può darsi anche il caso della predominanza di modalità acustiche di riproduzione interna degli eventi: cioè si sente un suono, oppure una voce che ci parla con un certo tono. Una terza possibilità invece assegna la preferenza alle emozioni interiori; è questo il caso di chi, nel ricostruire mentalmente un certo evento o ricordo, percepisce un certo tipo di sensazioni interiori: un bruciore allo stomaco o un forte batticuore. Tutte queste sottomodalità di rappresentazione personale della realtà sono una vera miniera: variandole possiamo di volta in volta modificare la percezione interiore di ogni cosa, di conseguenza possiamo cambiare sentimenti, emozioni ed atteggiamenti del protagonista di quelle percezioni.

Può essere utile ricorrere ad un esempio chiarificatore: prendiamo dal nostro jukebox un ricordo che è per noi piuttosto sgradevole. Visualizziamolo su uno schermo mentale immaginario. A questo punto iniziamo ad utilizzare le diverse sottomodalità, così da rappresentare la scena con differenti chiavi interpretative. Ecco che possiamo aumentarne o diminuirne la luminosità, avvicinarci ed allontanarci da essa, come se utilizzassimo lo zoom della telecamera. Inoltre proviamo a sfruttare le potenzialità acustiche: modifichiamo i suoni, le voci, rendiamole più brillanti o più fioche e indistinte. Se allontaniamo il nostro sguardo e oscuriamo la scena, rendendola buia e nebulosa, le emozioni negative associate ad essa diminuiranno. Viceversa consideriamo un ricordo positivo e riviviamolo guardando la scena con i nostri occhi; proviamo a renderlo luminosissimo, con tutte le immagini bene a fuoco: l’effetto sarà sicuramente quello di amplificare tutte le emozioni positive e di migliorare istantaneamente il nostro umore.

Applicando lo stesso meccanismo è possibile cambiare il nostro dialogo interiore. Sarà sicuramente capitato a tutti, almeno in un’occasione, di udire una vocina dentro di noi che ci sussurra: “No, non puoi farcela. Tu sei fatto così, non puoi farci nulla, lascia perdere”. Una vocina che ci fa subito perdere la grinta e spesso abbandonare il conseguimento dei nostri obiettivi. Bene, grazie agli stratagemmi di cui abbiamo parlato, possiamo utilizzare il dialogo interno a nostro vantaggio, per trovare nuova motivazione e conquistare sensazioni di sicurezza e forza interiore, in qualunque momento avessimo bisogno di cambiare.

Ecco un’ottima abitudine da prendere e da ripetere ogni giorno: ritagliamoci cinque minuti per parlare con noi stessi. Utilizziamo questo colloquio interiore per motivarci, ripetendoci frasi come: “Non esistono limiti”, “Posso riuscire”, “Come mi comporterei se fossi sicuro di avere successo in quello che sto facendo?”

Le prime volte dovremo faticare un po’ per staccare la spina dagli altri pensieri e dalle preoccupazioni, ma in poco tempo ci abitueremo a pensare a noi stessi come a delle persone vincenti. Così ogni volta che il nostro dialogo interiore tenterà di sabotarci, basterà solo immaginare di avere il controllo di una vera e propria manopola dell’audio e semplicemente girarla, abbassando l’audio fino a non sentire più quella voce demotivante. Oppure se ci parla con un tono spento e monotono, non dobbiamo far altro che renderla squillante e limpida, o addirittura sensuale: non potremo sentirci ancora depressi, se a parlarci è una voce calda e suadente.

Dal saper utilizzare le strategie di rappresentazione della realtà che gestiamo in modo inconscio, all’applicarle alla sfera della seduzione, il passo è decisamente breve. Prendiamo ad esempio la strategia di accesso allo stato d’animo dell’attrazione. Cos’è che fa scattare in noi l’attrazione per una persona? Quando qualcuno ci affascina? Ci basta vederla? Oppure è la sua voce ad emozionarci? Oppure è la sensazione che proviamo quando siamo con lei a farci capire che ne siamo attratti? Di sicuro, qualunque sia il nostro caso, è certo che chiunque voglia sedurci non dovrà fare altro che utilizzare quella situazione per farci cadere nella sua rete. E, soprattutto, vale anche il contrario: se conosciamo la strategia del potenziale partner, la seduzione andrà sicuramente a segno.

Da un punto di vista tecnico, accedere ad uno stato d’animo attraverso il linguaggio dipende dal fatto che il nostro cervello, per comprendere una qualunque struttura linguistica, frase o espressione, deve necessariamente rivivere a livello inconscio l’emozione relativa al significato delle parole. Tornando alla metafora del jukebox mentale, possiamo affermare che qualsiasi parola equivale ad un pulsante per richiamare una determinata canzone, e quindi un determinato stato d’animo.

Prendiamo per esempio la parola “amore”: chissà quante emozioni diverse suscita in ognuno di noi. Con quanta facilità accediamo alle nostre canzoni preferite, ai nostri ricordi amorosi e alle nostre emozioni? Questo accade proprio perché durante ogni conversazione, con l’instaurarsi di un rapporto comunicativo tra esseri umani, riempiamo ciò che ascoltiamo di quei contenuti che per noi sono in un certo modo significativi, per dargli un senso. Ecco perciò che le parole diventano delle vere e proprie etichette, ciascuna associata ad una singola esperienza e a precisi stati d’animo.

Ne deriva che ogni momento della comunicazione è un continuo susseguirsi di interpretazione di significati, per mezzo del quale ognuno accede in maniera inconscia a tutte le sue esperienze e alla sua storia personale.
In generale accediamo in modalità cosciente soltanto ad una minima percentuale dei nostri contenuti e ricordi. La restante parte si riferisce alla nostra mente inconscia, perciò non ne siamo direttamente consapevoli. Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, lo spiega attraverso un paragone con gli iceberg: se ne vede soltanto una piccola porzione, mentre la maggior parte della montagna di ghiaccio rimane nascosta agli occhi dell’osservatore. Invisibile sott’acqua, ma comunque presente e determinante.

Riassumendo quindi, dietro ad ogni nostra decisione, dietro ogni nostra interpretazione della realtà, si celano decine e decine di ragionamenti inconsci, che vengono attuati ed hanno un senso sulla base delle nostre esperienze passate e dei nostri valori di riferimento. Ecco spiegato ben presto il motivo per cui esistono così tanti punti di vista diversi, tanto che spesso non riusciamo a capirci nemmeno tra amici o tra fratelli: ogni singola parola ha, per ciascuno, un significato diverso e singolare, legato alla personale mappa del mondo, alle credenze e ideali di riferimento. Ognuno ha il suo personale jukebox fatto di esperienze e di vita vissuta.

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