Guida all'acquisto del Casco

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Written on 01:54 by Maw Agency

Come recitano le normative vigenti e come anche il buon senso dovrebbe suggerire, il casco va sempre indossato quando si è alla guida di un mezzo a due ruote, poiché un motociclista è più esposto a rischi di un normale guidatore. Per tutti i centauri (maggiorenni e minorenni) e per tutte le cilindrate, dunque, il casco è oggi un obbligo inderogabile.
Indipendentemente dalla legge, comunque, indossare un casco quando si è alla guida di un mezzo a due ruote deve essere innanzitutto una propria regola, da osservare scrupolosamente a dispetto della capigliatura o della scomodità: perché, fuor di banalità, aver salva la vita vale più di ogni altra cosa.
Casco

Il casco nasce innanzitutto per proteggere la testa da qualsiasi impatto: col suolo, con un altro veicolo, un muro, qualsiasi cosa contro cui potremmo andare a sbattere.
Oltre a ciò, il casco ha tuttavia anche altre funzioni, come per esempio attutire il rumore della strada, evitare fastidiose raffiche di aria durante la marcia, riparare dalla pioggia e così via.


Com'è fatto
Esistono diversi tipi di casco, a seconda di quanta parte della testa ricoprono (integrali, semi-integrali, a elmetto). In genere, un casco integrale, che cioè ricopre l’intera testa dalla calotta cranica alla mandibola, viene usato per le cilindrate superiori, mentre in motorino va bene anche un casco più aperto: il tutto è comunque soggetto a regole precise.

STRUTTURA:
Qualunque sia la tipologia, qualsiasi casco si compone sempre delle stesse parti:


Calotta esterna: è la parte dura, quella che per prima fronteggia l’impatto, ma per assorbire meglio l’urto in realtà deve essere anche abbastanza flessibile (caratteristica non avvertibile al tatto).
Il materiale di cui è fatta è frutto di intensi studi volti a rendere un casco resistente ma non troppo pesante: oggi si usano principalmente materiali termoplastici (per esempio il policarbonato e l’ABS), o le fibre composite anche dette vetroresine (resine termoindurenti come il poliester unite ad altri materiali come la fibra di vetro o il kevlar).
In poche parole, o materiali che sono duri per le loro caratteristiche fisiche (la fibra di vetro o il carbonio), o materiali che diventano duri per il trattamento che subiscono (i termoplastici).
Quello più usato è attualmente il policarbonato, perché consente di produrre un casco più leggero e più malleabile, e perché è più facile da lavorare, quindi riduce spiacevoli difetti di produzione.

Solitamente è la parte colorata oggetto delle maggiori personalizzazioni, su cui per esempio si attaccano adesivi o si scrivono frasi: pochi sanno, tuttavia, che una sostanza solvente, come l’inchiostro di un pennarello indelebile o addirittura la vernice di un colore, danneggia il casco, modificando la sua composizione e così riducendo la sua capacità di resistenza agli urti.
Quindi bisogna fare attenzione a non esagerare con scritte o immagini: ricordiamoci che il casco è soprattutto uno strumento della nostra sicurezza!!
Se proprio amiamo distinguerci possiamo acquistare un casco aerografato (ne esistono moltissimi in versione integrale) o elaborare noi qualcosa da fare trascrivere sul nostro casco da grafici professionisti, senza pericolo di danno.

Calotta interna: è l’imbottitura interna del casco, la parte che serve ad assorbire l'urto in caso di incidente, la cui azione agisce contemporaneamente a quella della calotta esterna, ma dall’interno.
Si compone di polistirolo espanso, un materiale granulare e duro che acquista la nota forma e consistenza morbida in seguito a un trattamento termico con un’altra sostanza detta pentano.
La sua distribuzione varia secondo i punti da proteggere e in base all’addensamento della corrispondente calotta esterna: ai margini è più resistente e denso, al centro è invece meno denso e più malleabile, in corrispondenza di una calotta esterna più dura.
È molto importante mantenerla in ottimo stato, perché se si rovina riduce notevolmente la qualità del casco; pertanto, dopo un incidente, dopo un urto forte o semplicemente con l’andare del tempo è opportuno sostituire il casco perché la calotta interna potrebbe essersi danneggiata o consumata.

Rivestimento interno: questa è la parte del casco che si vede internamente; serve a ricoprire il polistirolo espanso della calotta interna e a porre uno strato morbido tra questo e la testa, riempiendo lo spazio tra i due e così rendendo più adattabili anche le misure.
È fatto di tessuto, in particolare viene usato un materiale anallergico e traspirante, dal momento che è l’unica parte sempre a contatto con la cute. Va da sé chiaramente che col tempo l’uso continuo del casco portala visiera a una particolare usura del rivestimento interno, che proprio per il fatto di essere sempre a strettissimo contatto con i capelli tende ad assorbire la sporcizia che naturalmente produce la testa. A questo possiamo ovviare un po’ il problema utilizzando delle apposite papaline da mettere sulla testa prima di indossare il casco, così da mantenere l’interno più pulito: la papalina infatti, che si trova di diversi tipi, è staccabile e lavabile. Si può anche usare anche una qualsiasi bandana, o un foulard abbastanza grande da contenere la testa.

Prese d'aria: servono per assicurare alla testa la ventilazione interna, altrimenti “soffocherebbe”. Si trovano generalmente sull’apice del casco, lateralmente, o davanti alla bocca se il casco è integrale o semi-integrale. Si possono anche aprire ulteriormente per aumentare l’aerazione (soprattutto d’estate).

Visiera: la visiera corrisponde al parabrezza di una macchina, quindi è la parte trasparente attraverso cui si vede. Protegge il viso e gli occhi da qualsiasi cosa possa andar loro contro, come il pulviscolo o gli insetti, ma è molto utile anche in caso di pioggia, impedendo alle gocce di arrivare dritto dentro gli occhi.
La visiera è contemporaneamente resistente e delicata: infatti è difficile che si rompa, ma non improbabile che si graffi, anzi, bisogna starci attenti, per esempio quando si appoggia il casco per terra sull’asfalto.
Quando l’entità e la quantità delle abrasioni impedisce la visuale, bisogna cambiarla con l’apposito ricambio; altrimenti si può pulire con i prodotti giusti e con una pezzetta morbida, specialmente dopo un lungo viaggio in moto (pensate solo ai moscerini…).

Cinturino sottogola: è la chiusura tramite cui si impedisce al casco di “scappare via” durante la marcia. Bisogna cercare di trovare il proprio punto di chiusura, non troppo stretto, non troppo largo: il casco non deve levarsi, ma nemmeno soffocare, altrimenti diventa molto scomodo e a lungo andare può avere conseguenze fisiche negative.

Attenzione: il cinturino va sempre chiuso, altrimenti vi spettano delle sanzioni!


Tipologia
Come si accennava prima, possiamo avere diversi modelli di riferimento:

Integrale. Il casco integrale è il modello di casco più serio, per così dire, quello che certamente si usa per andare in moto o sugli scooter di grande cilindrata. Dal momento che avvolge l’intera testa (per questo è detto integrale), protegge al meglio nuca, collo, mento e faccia ed è il casco più sicuro di tutti.
Unico svantaggio: per la sua dimensione, rimane più pesante, quindi è più scomodo da portare in giro e d’estate tiene più caldo; contrariamente, in caso di freddo è più indicato.

Jet. Detto anche semi-integrale, il casco jet è meno chiuso del casco integrale, ma rimane ancora molto avvolgente: copre e protegge per bene la nuca e le guance.
Si trova anche nella versione modulare con mentoniera; in questo caso è identico a un casco integrale, con la differenza che la mentoniera è mobile, si può sollevare e anche staccare.

Demi-jet. E’ il tipo di casco più comune: il modello demi-jet è ulteriormente aperto rispetto al jet e dunque lascia scoperta l’intera faccia e il collo, ma copre abbastanza bene la nuca.
E’ il modello base indicato per i ciclomotori; come gli altri tipi, è dotato di visiera e anche di parasole, entrambi staccabili.

A elmetto. Noto anche come casco omologato a marchio DGM (Direzione Generale Motorizzazione), o casco leggero, ammesso solo per i ciclomotori e di gran successo soprattutto tra gli adolescenti, è stato messo fuori legge dal 2002 e attualmente ne è vietata la vendita, anche se non rappresenta reato indossarlo se lo si possiede da prima.
Essendo totalmente aperto (ha la stessa forma di una scodella rovesciata), lascia scoperte zone vitali della testa, ed essendo costruito in materiali poco resistenti (come il polistirolo), in uno strato troppo sottile (1 centimetro), garantisce protezione da un impatto solo fino a una velocità di 20 km/h (pensate che la media attuale raggiunge i 100 km/h).
Verdetto: non rispetta più le aggiornate norme di sicurezza moto-stradale, dato supportato purtroppo da numerosi casi, dunque indossarne uno non è per nulla sicuro (è riconosciuto tra l’altro solo in Italia, non all’estero).


Normativa
Obbligo di casco. Devono indossare il casco tutti i conducenti e i passeggeri di un mezzo a due ruote di qualsiasi cilindrata, fatta eccezione per quelli dotati di tettuccio di protezione e quadricicli leggeri (le macchinette per i minorenni). Per i minorenni è obbligatorio per legge dal 1986 (grazie a quella che viene detta appunto “legge casco”) e dal 2000 anche per i maggiorenni, passeggero incluso.

Il casco deve essere allacciato correttamente, e ricordiamo che comunque non deve essere né troppo stretto, né troppo poco, altrimenti si rischia la sanzione.

Omologazione. Con questo termine si intende la conformità del casco alle norme europee: attualmente vige in Italia la omologazione ECE 22.
Potete verificare se il vostro casco è o meno omologato ritrovando su di esso (in genere sul cinturino o sull’imbottitura interna) la sigla E dentro a un cerchio più un numero indicante il paese che ha rilasciato l’omologazione.
Sotto è poi riportato un codice, che per i caschi in commercio oggi inizia con 04 o 05 (numeri che indicano la versione di omologazione), ma vanno bene anche quelli antecedenti recanti 01, 02 e 03, poiché non c’è scadenza.
Se il vostro casco ne è sprovvisto, significa che non è omologato, quindi non rispetta le norme europee relative alla sicurezza del conducente, che prevedono una determinata capacità di resistenza agli urti e all’impatto, e una certa fattura interna non dannosa per la testa.
Un casco non omologato non conviene quindi a nessuno.

ATTENZIONE: Portare un casco non omologato e non portare il casco sono la stessa cosa: si va incontro a una multa salata con sequestro del mezzo per 30 giorni!!!!


Comprare un Casco
Nel momento dell’acquisto di un casco conteranno tutte le caratteristiche finora elencate, da vagliare in base alle proprie esigenze e alla normativa in vigore

Innanzitutto bisogna selezionare il casco secondo il tipo di mezzo che si possiede. Se dovete guidare un motociclo (moto o scooter di grossa cilindrata), è fortemente raccomandato un casco integrale o semi-integrale, altrimenti per i ciclomotori va bene un casco di tipo demi-jet.

Verificare attentamente la taglia: ci sono molte misure, dalle più piccole per i bambini alle più grandi per ogni tipo di testa. Il casco giusto deve calzare perfettamente la testa: una volta indossato il casco, scuotetela avanti e indietro, se il casco non si muove o se non vi stringe troppo è della vostra misura.

Le marche tra cui potete scegliere sono molte: Nolan, Shoei, AGV, Airoh, ecc. Ogni marca produce tutti i tipi di casco, a volte unendosi a noti designer per produrre modelli più stilosi, come per esempio il recente caso di Momo.

I prezzi variano molto, a seconda del modello e della sua ricercatezza. Da cifre abbastanza modeste (intorno ai 60 euro), si arriva a cifre davvero considerevoli per i modelli integrali, dotati di caratteristiche più sofisticate (anche più di 500 euro).
Contano molto nel prezzo la grafica, che se ideata da stilisti (come il citato Momo) o se molto elaborata ha una parte importante nelle somme finali; la qualità dei materiali, sia quelli per l’imbottitura interna che quelli che compongono la calotta esterna; il numero e l’efficienza delle prese d’aria; il tipo di visiera (se per esempio è anti-appannante); l’aerodinamicità e la silenziosità.


Usare il Casco
Un casco è progettato per resistere, agli urti, al calore, al tempo. Tuttavia è bene contribuire attivamente alla sua manutenzione, con pochi, fondamentali accorgimenti, che ne garantiscono l’efficacia e dunque la nostra sicurezza

Oltre che essere della giusta misura e oltre ad essere correttamente allacciato durante la marcia, il casco deve permetterci di percepire tutti i rumori della strada, attutiti certamente, ma non eliminati.

La visiera deve essere sempre in buone condizioni, altrimenti ne risente la visibilità e dunque la sicurezza.

Evitare di esporre il casco a eccessive fonti di calore, come può essere, oltre al sole, la marmitta o il tubo di scarico (per esempio, quando si aggancia il casco al motorino durante la sosta evitare che siano troppo vicini).

Evitare di dare troppe botte al casco, pena il danneggiamento invisibile ma pericoloso della calotta interna.

Ricordarsi che dopo un po’ di anni o in relazione all’uso che se ne è fatto, è preferibile sostituire il casco con uno nuovo.

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